ALESSANDRA CORBETTA “L’età verde”
Samuele Editore 2024 Nota di Marco Colletti

L’età verde, Samuele Editore, 2024, di Alessandra Corbetta è facilmente accostabile secondo i canoni proppiani al genere del poemetto fiabesco. Tali elementi strutturali sono talmente evidenti ed espliciti da far tuttavia scaturire il sospetto e l’impressione che la fiaba non ne sia la struttura primaria, bensì un colto mascheramento, così come i personaggi e le loro attinenti funzioni siano esse stesse maschere del processo alchemico dell’io lirico, che in un percorso magico ma di assoluta contemporaneità, in cui si mescolano stagioni, colori ed età, svela verità assolute in un clima di quotidiana poetica del sublime. La bambina del sempreverde bosco è già la vestale adulta che si interroga e ci interroga sulla compresenza dell’esperienziale: «il presente è il nostro tempo perfetto», tra ciò che è Sempreverde e ciò che si estende nel tempo, Nel verde degli anni appunto, ovvero tra l’eterno e il perenne, «tra la luce luccicante di un giovane per sempre/ o morire a poco poco dentro il buio/ di qualcosa di già visto tante volte».

 

 

Il Tempo è il grande protagonista di questa storia e questo ce lo dice già il titolo: se ogni istante è già compiuto, lo stesso percorso nel bosco è la maschera di una stasi, dell’essere al contempo adulti e bambini («anche a noi sembra vero cosa dici:/ vivere, vivere bambini…»), che si scrutano dentro a vicenda, laddove la crescita è rimpianto e l’infanzia è già una difesa dall’essere adulti. «A cavallo di stagioni separate da stagioni» la vita è uno «stare a forza dentro quattro mura silenziose», la vita è la ricerca di una possibilità di vita, «perfino vivere sembra possibile». Tutti gli altri protagonisti, da quelli immaginari (contraddistinti dalla maiuscola: il Padre, la Madre, il Maestro, l’Ombra e la bestia, l’unica a non avere la maiuscola) a quelli reali (contraddistinti invece dalla minuscola come la bestia: il padre, la madre, la nonna, il fratello, la sorella e l’amato) più che attori sono attanti, cioè funzioni dell’io che attraverso loro rivela segreti personali, ma archetipici, tracciando un labirinto che si fa e si disfa, in uno sfaccettamento del tessuto narrativo di cui l’autrice è al tempo stesso Dedalo e Penelope. Corbetta alterna una folgorante limpidezza del dettato poetico a lampi misterici di alto associazionismo lirico, che assomigliano più a responsi da decifrare che ad arcane e infantili evocazioni fiabesche. C’è nei suoi versi un distacco elegante dalle cose e dal vissuto e ogni parola che si lega all’altra con una sommessa, cantilenante, ma sapiente musicalità, è un «miracolo di luce» come quello «che avvolge il Duomo a mezzogiorno». Un canto lieve, che tra indizi di bagliori si snoda classico e coerente, con chiuse dal sapore mitopoietico tra l’omerico e il dantesco, «Prendimi per mano, lascia sprofondare/ il canto aspro della sirena» oppure «sarai tu la luce/ di quella stella appesa e senza peso», che a loro volta aprono varchi nella mente del lettore, creando un’attesa, un invito alla ricerca di senso più che una risposta e la sensazione di una continuità intima, ma universale,una comunione verso un altrove, verso l’Assoluto che è già lì.

 

 

Quando la tua voce non mi chiamerà più

lascerò la nebbia farsi condensa

intorno alle mie labbra

mai più schiuse per la meraviglia.

 

 

Il peso è nello stare vicini,

la fatica tenere stretto chi va via.

Allontanarsi una scusa per fare prima.

La Madonna si fa sorda

nessuna voce o suono sente

se la morte è un bacio senza schiocco.

 

 

 

CONGEDO

L’estate sta per tornare e noi

abbiamo attraversato il bosco per intero.

non c’è altro più da dire adesso

e provare a difenderci non serve,

adesso tocca scegliere tra

la luce luccicante di un giovane per sempre

o morire a poco poco dentro il buio

di qualcosa di già visto tante volte.

 

Alessandra Corbetta, foto di Alberto Moro
 Alessandra Corbetta, foto di Alberto Moro

 

Alessandra Corbetta (Erba, 1988) è dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media, lavora come docente a contratto presso l’università LIUC-Carlo Cattaneo e collabora con l’azienda informatica TTY CREO. Ha conseguito un master in digital Communication e uno in Storytelling. Ha fondato e dirige il blog Alma Poesia (www.almapoesia.it), con il quale ha anche curato la pubblicazione del volume Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla Rete (Puntoacapo Editrice 2021). Collabora con il blog spagnolo di letteratura e poesia Vuela Palabra, scrive per il giornale online Gli Stati Generali e per UniversoPoesia – StrisciaRossa; per Rete55 conduce la rubrica “Poetando sul sofà”, dedicata a grandi autori della poesia italiana. Per Puntoacapo Editrice codirige la collana di poesia per opereprime Controcorrente e per Industria & Letteratura la collana saggistica La memoria di Adriano. Sue poesie sono presenti in diverse antologie etradotte anche su riviste straniere. in versi ha pubblicato Corpo dellagioventù (Puntoacapo Editrice, 2019) ed Estate corsara (Puntoacapo Editrice, 2022), mentre la sua ultima produzione saggistica è Corpi in rete. Rappresentazioni del sé tra visualità e racconto (Libreria universitaria,2021). il suo poemetto Sempreverde, con prefazione di Umberto Fiori, è contenuto nel XVI Quaderno di poesia italiana contemporanea (Marcos y Marcos, 2023). tutta la sua attività è consultabile sul sito

www.alessandracorbetta.net.