CARLO DI LEGGE
Un testo in italiano con traduzione in spagnolo

In Carlo Di Legge esiste un modo estremamente dialogante e pacato di far poesia: i suoi versi, infatti, non scendono mai con l’imperiosa forza di un sussulto estemporaneo, ma sono il frutto di una lunga e profonda sedimentazione che punta, seppur disdegnando ogni forma di teoresi, all’individuazione di domande calate dall’esistenza e nell’esistenza. Ecco, allora, che nel parallelismo tra un “cielo notturno che guardi sempre” e l’eccezionalita dell’autoritatto di Van Gogh si inscrive il mistero del rubarsi al niente, dell’essere la contraddizione di un tutto come “debito da restituire al niente“.

La poesia è tratta dall’ultima raccolta edita del poeta dal titolo Buenos Aires, Benares (Delta3 Edizioni). La traduzione è stata realizzata dallo stesso autore, con supervisione della professoressa Rosa Maria Grillo.

 

 

Un autoritratto  

 

Il cielo notturno che guardi da sempre,

forse c’è un momento in cui sai che non lo avevi mai visto.

Nella notte stellata del pittore: le stelle

non saranno punti di luce nell’uniforme buio

ma feste palpitanti e colorate che fanno fiori, 

poesie mai pensate prima, che ti confonderanno.

 

La notte sarà blu e indaco, l’azzurro del giorno non è 

come credevi

e nemmeno i girasoli, la stanza da letto, le case del paese.

Le tue percezioni dei gialli e dei viola

potranno sembrarti impossibili ma infine no, affatto.

 

E dei volti, che dire. La materia è infinitesimi guizzi di luce

costretti alla forma: tu o intorno, è lo stesso, i movimenti

si curvano d’improvviso in una faccia, che ha un nome,

un debito da restituire al niente.

 

Chi siamo, chi diventiamo – solo  tracce della spietatezza, 

che è la bellezza, 

la forza stessa di accendersi e di vivere una volta. 

 

Gli occhi azzurri o verdi, la barba, i lineamenti di un contadino

che fu un uomo come te e può essere un genio, portano sorte e 

sortilegio, ti rivelano te stesso.

 

Quando sei davanti a Van Gogh che vive in autoritratto, lui 

incrocia il suo sguardo proprio con il tuo, e di nessun altro.

 

Perentorio come uno schiaffo, misura lo stesso mistero che porti. 

 

 

 

Un autorretrato

El cielo nocturno que has mirado siempre

quizá haya un momento en que sepas que nunca lo habías visto.

En la noche estrellada del pintor: las estrellas

ya no serán puntos de luz en la oscuridad uniforme

sino fiestas palpitantes y coloreadas que hacen flores, 

poemas en los que nunca habías pensado, te confundirán.

 

La noche será azul y añil, el azul del día no es lo que pensabas,

ni los girasoles, el dormitorio, las casas del pueblo.

Tus percepciones de amarillos y morados

pueden parecerte imposibles pero finalmente no, en absoluto.

 

Y de las caras, qué decir. La materia es destellos infinitesimales de luz

forzados a tomar forma: tú o el alrededor, todo es lo mismo, 

los movimientos de repente se curvan en un rostro, que tiene un nombre,

una deuda que hay que devolver a la nada.

 

Lo que somos, en lo que nos convertimos: sólo rastros de la crudeza, 

que es la belleza, 

el poder mismo de encenderse y vivir una vez. 

 

Los ojos azules o verdes, la barba, los rasgos de un campesino

que fue un hombre como tú y puede ser un genio, traen destino y 

encantamiento, te revelan a ti mismo.

 

Cuando estás ante Van Gogh vivo en autorretrato, él 

cruza su mirada con la tuya y la de nadie más.

 

Perentorio como una bofetada, mide tu mismo misterio. 

 

 

 

 

 

Carlo Di Legge (Salerno, 1948). Laurea in lettere (1979) e filosofia (1992) all’Università di Salerno. Sito personale www.carlodilegge.it . Dopo il contributo al volume La polifonia estetica (Milano, 1996) ha pubblicato i saggi filosofici Il signore delle due vie (Salerno, 1999); due edizioni di Eros e paradosso (Napoli, 2007, 2014) e Ontologia. Liste della terra e specie di oceano (Napoli, 2014).

Di poesia, la plaquette Momenti d’amore (Angri, 2002) e i libri Il candore e il vento (Napoli, 2008) e Multiverso. Di quel colore che soccorre, a volte (Alessandria, 2018). Sull’esperienza del tango ha pubblicato il libro Sentire il tango argentino (Napoli, 2011).

Sue poesie sono state poi pubblicate, in antologie cartacee e blog italiani e internazionali online: “Secondo Tempo”, “Atelier”, “Levania”, “Frequenze Poetiche”, “Poetarum Silva”, “Versante Ripido”, “FormaFluens-International Literary Magazine”