TIZIANA COLUSSO Civiltà plurali e dialoganti
EUR_ASIA e le sfide del Museo delle Civiltà

Museo delle Civlità_EUR_Asia e Gala Porras-Kim. A Recollection Returns with a Soft Touch_installation view. Foto © Giorgio Benni

CIVILTÀ PLURIME E DIALOGANTI. EUR_ASIA e le sfide del Museo delle Civiltà

di Tiziana Colusso 

Le civiltà plurime e dialoganti (forse) salveranno il mondo. Finalmente si potrebbe superare il mito della “civiltà”, con il quale si sottintende ovviamente la civiltà occidentale, e arrivare ad un dialogo paritario, ad un’attenzione reciproca, tra le differenti civiltà che nei secoli si sono sviluppate sui vari continenti. Per questo forse quella E è stata messa in corsivo, nel nome del Museo, sottolineata, probabilmente per dire che uno sguardo plurale e aperto non è affatto scontato e va valorizzato. Questo pensavo ieri camminando per i magnifici spazi di EUR_Asia, la mostra-riallestimento del Museo delle Civiltà- diretto da Andrea Viliani – che con piglio moderno e fluido affronta la mole di collezioni a volte secolari, provenienti dal ex Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” e dalle collezioni etnografiche di provenienza asiatica dell’ex Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”. Una messe infinita di materiali, statue, oggetti di uso quotidiano, strumenti cerimoniali, strumenti musicali e altro. Il riallestimento sarà un cantiere fisico e metaforico che si estenderà nell’arco di qualche anno, ma nel frattempo il Museo delle Civiltà ha deciso di mettere in mostra, temporanea o permanente, una serie scelta di materiali, secondo criteri tematici stringenti: “Il colore bianco”, “Scritture e calligrafie”, “Regalità: tra realtà e simbolismo”, “Danze, musiche e coscienza del sé”, “Generi della divinità” – sezione molto originale e interessante, perché indaga l’assenza o la compresenza di connotazioni di genere nelle statue buddhiste indiane e cinesi. E ancora le sezioni “Ierogamie: coppie cosmiche e coppie divine”, “Cosmologie e cosmogonie: immagini del mondo e miti sulla nascita dell’universo”, “Il superamento della sofferenza: yoga e tecniche contemplative”; “Morte e immortalità”; “Femminile: donne, regine, dee”; “L’essere umano e la natura”; “Bestiari immaginari”, “L’acqua”;

 

Museo delle Civlità_EUR_Asia e Gala Porras-Kim. A Recollection Returns with a Soft Touch_installation view. Foto © Giorgio Benni

C’è anche la sezione “Cura del corpo e cura dello spirito” – dove è esposta anche una magnifica statua umana con la funzione di “Modello per agopuntura”, con tutti gli agopunti segnati lungo il corpo e contraddistinti da caratteri cinesi. È una materia che conosco, perché ho seguito per un periodo un corso di Medicina Tradizionale Cinese, e continuerò, dato che ho iniziato un percorso triennale in un centro di Zhineng Qi Gong, dove tra le materie c’è anche la MTC.  Ma questo non è stato l’unico momento di entusiasmo nel percorrere la mostra: a parte la mia predilizione per il tema del sacro, declinato in tutte le forme geografiche e storiche, mi emoziono anche quando sento il nome del grande Giuseppe Tucci. Un mio zio, fratello di papà, era stato aiutante di Tucci, l’aveva anche seguito in una spedizione asiatica, negli anni 40. Sentivo parlare di questo quando ero piccola, purtroppo non ho potuto allora approfondire la cosa e ogni tanto penso che solo in qualche archivio forse potrei trovare traccia di questa collaborazione. Poi mio zio, da bravo borghese piccolo piccolo, si è trovato un impiego e si è sposato, ma ricordo che la passione per l’Oriente gli è sempre rimasta, e ora in qualche modo è passata anche al nipote diretto, figlio di mio cugino, che ha studiato cinese all’Università, e anche io, figlia del fratello, sono parecchio “orientofila”, anche mia sorella sta scoprendo la Cina, attraverso prima la calligrafia e poi la lingua. E’ importante secondo me ricollegare i fili delle storie personali e della grande Storia, e mi sembra proprio che questa sia una delle direzioni di questo nuovo grande Museo delle Civiltà, che va verso la “condivisione di narrazioni compartecipate” – una cuccagna per una scrittrice – e addirittura di un museo antropologico multi-specie, con la musealizzazione permanente delle collezioni dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale: animali, vegetali, rocce e minerali, che insieme agli esseri umani contribuiscono a creare l’habitat del nostro magnifico e bistrattato pianeta.

Nota: l’immagine di copertina, e altre foto interne, hanno questo credit: Museo delle Civlità_EUR_Asia e Gala Porras-Kim. A Recollection Returns with a Soft Touch_installation view. Foto © Giorgio Benni

Dove non altrimenti indicato le foto sono di Tiziana Colusso