UMBERTO PIERSANTI una voce poetica speciale
traduzione romena di Camelia Mirescu
e traduzione svedese di Ida Andersen

Umberto Piersanti è una mente poetica lucida, indipendente, con uno stile inconfondibile, privo di retorica, forse anche grazie a ciò che l’autore stesso aveva definito “malattia del dubbio“, in uno dei testi del volume L’urlo della mente. Con questi strumenti poetici affilati Piersanti esplora – sia in poesia che in prosa – la natura, sia la natura in generale che quella nativa della zona di Urbino, animandola con il soffio del pensiero;  ed esplora la vita, sopratutto quando la vita lo interroga, ponendolo di fronte al grande enigma esistenziale rappresentato dal figlio Jacopo, essere complesso e delicato. L’assurdo, il dolore, l’empatia, la pietas, la lucidità, tutti i temi di Piersanti si esprimono in un linguaggio sobrio, acuminato, illuminante. Abbiamo incontrato Umberto Piersanti a fine giugno 2024, in occasione di un interessante evento poetico organizzato dalla poeta Raffaella Lanzetta a Villa delle Ginestre in omaggio a Giacomo Leopardi. In quell’occasione Umberto Piersanti era l’ospite d’onore, in quanto presidente del Centro Mondiale di Poesia e Cultura “Giacomo Leopardi”. Abbiamo con piacere ascoltato la lettura sua poesia, e i suoi libri dedicati ci hanno tenuto compagnia nella lunga estate . Presentiamo qui due suoi testi dedicati al figlio Jacopo, il primo tradotto in romeno dall’artista e poeta Camelia Mirescu, e l’altro tradotto in svedese da Ida Andersen, tratto da una recente antologia bilingue dedicata a Piersanti.                                  [nota di Tiziana Colusso]

Da Campi d’ostinato amore, La nave di Teseo 2021, Traducere în limba română de CAMELIA MIRESCU

Campi d’ostinato amore

i cori che vanno eterni
tra la terra e il cielo,
ma tu li ascolti
Jacopo quei cori?
ho visto
il falco in volo
con la serpe
trafitta nella gola
dai curvi artigli,
l’estremo pigolio dell’uccelletto
che la biscia verdastra
afferra e ingoia,
tra i rami non s’aggirano
le ninfe,
un giorno le incontrai
in remoti boschi,
l’assurdo poco oscura
nevi e foglie
non scolora i bei crochi
nei greppi folti,
ma il tuo male
figlio delicato,
quel pianto che non sai
se riso, stridulo
che la gola t’afferra
più d’ogni artiglio,
questa bella famiglia
d’erbe e animali
fa cupa
e senza senso
e dolorosa

siamo scesi un giorno
nei greppi folti,
abbiamo colto more
tra gli spini,
ora tu stai rinchiuso
nelle stanze
e il mio ginocchio che si piega
e cede
a quei campi amati
d’un amore ostinato,
sbarra l’entrata

aspetto i favagelli
del febbraio,
tiepidi contro il gelo
sbucare fuori

Febbraio 2017

Câmpiile iubirii neclintite

corurile care se înălță etern
între pământ și cer,
dar tu le asculți
Jacopo, acele coruri?
am văzut
șoimul zburând
cu șarpele
străpuns în gât
de ghearele încovoiate,
ultimul strigăt al păsăruicii
pe care șarpele verzui
înșfăcă și-o înghite,
printre ramuri nu cutreieră
nimfele,
le-am întâlnit într-o zi
în păduri de odinioară,
absurdul învăluie blând
zăpezi și frunze
nu ofilește cosițele frumoase
pe versanții tufoși,
dar chinul tău
copil plăpând,
acel plâns care nu știi dacă
e râs, asurzitor
te strânge de gât
mai tăios decât orice gheară,
această familie minunată
de ierburi și animale
se întunecă
și fără sens
și dureroasă

am coborât într-o zi
între versanții tufoși,
am cules mure
printre spini,
acum tu te-ai ascuns
în odăi
și genunchiul mi se apleacă
și cedează
acelor câmpii iubite
de o iubire neclintită,
stăvilind intrarea

aștept răsăritul untișorilor
de februarie,
încropiți împotriva gerului
să încolțească

Februarie 2017

Camelia Mirescu è un’artista multidisciplinare. Romena di nascita, vive e lavora a Roma dal 1990. Artista poliedrica, il lavoro di Mirescu riesce a plasmare la sua sensibilità artistica e le sue capacità creative in un raffinato “modus operandi” immerso in uno stato d’animo poetico con abile ricerca in una varietà di modalità espressive in pittura, fotografia, installazioni, ceramica, nei suoi pensieri scritti – tra poesia, saggistica, narrativa – e come filmmaker nel cinema sperimentale e nella video arte. Le sue opere sono state esposte in numerosi eventi prestigiosi, tra cui mostre personali e collettive di rilievo nazionale e internazionale, presso istituzioni pubbliche e private, tra cui: MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma, Roma (Italia) 2016, 2017, 2019; GAM – Galleria d’Arte Moderna di Roma, Roma (Italia) 2018, 2019, 2020, 2021, 2023; Palazzo Valentini, Roma (Italia) 2003; Museo di Roma in Trastevere, Roma (Italia) 2018; Accademia di Romania in Roma, Roma (Italia) 2009; Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, Palazzo Correr (Campo Santa Fosca), Venezia (Italia) 2005, 2016; Mediamuseum – Museo Nazionale del Cinema, Pescara (Italia) 2016; Institut Culturel Roumain, Parigi (Francia) 2004; MAR – Museo De Arte Contemporaneo Buenos Aires, Mar del Plata – Buenos Aires (Argentina) 2016, 2017, 2018, 2019; Barbican Centre, Londra (Regno Unito) 2012 (selezione). (Note di Claudio Crescentini)

JACOPO SUL PALCO

Jacopo sul palco
Jacopo, tu non conosci
palchi,
non conosci
balconi o luoghi
che sopra gli altri
per la gioia s’alzano
o la rabbia
di chi ascolta,
tutto per te si svolge
a rasoterra,
neppure sai
che ogni corpo
vive nei suoi confini,
che sfiorarlo
o urtarlo
non è permesso,
è solo nella terra
il tuo cammino,
a cerchi e svolte
che tregua
non danno

nella vecchia canonica
gelata
un giorno sopra il palco
sei salito,
aperto e sconfinato
più della Scala,
tu dei compagni
il più alto e luminoso,
quell’istante bocconi
sopra il legno
per un istante spezza
il sortilegio
che il tuo giorno assedia
e ossessiona

ora sei tu
nel palco,
io di sotto,
tra gli altri,
che ti guardo

Febbraio 2019

Da Campi d’ostinato amore

JACOPO PÅ SCENEN

 

Jacopo, du känner inte till
scener,
känner inte till
balkonger eller platser
att ovanför ställer sig
de andra upp av glädjen
eller ilskan från åhörarna,
allting sker för dig
jäms med marken,
du vet inte ens
att varje kropp
lever inom sina gränser,
att nudda vid den
eller stöta emot den
är inte tillåtet,
bara på marken
vandrar du,
i cirklar och svängar
som inte ger
någon vila

traduzione di Ida Andersen. Da: Umberto Piersanti, DET FÖRFLUTNA ÄR ETT LAND LÅNGT BORTA. Dikter i urval 1967-2019; trad. it. Il passato è una terra remota. Poesie selezionate 1967-2019, Ekström & Garay, 2023.

Ida Andersen, nata nel 1960 a Brignole, Francia e cresciuta in Svezia. Laureata in lettera con una tesi su Giuseppe Ungaretti. Ha anche un master in creative writing. Da 2008 ha tradotto una trentina di volumi, dall’italiano in svedese, tra altri Valeria Parella, Marcia Theophilo, Tonino Guerra, Roberto Saviano, Amelia Rosselli, Sibilla Aleramo, Umberto Piersanti e ultimamente Goliarda Sapienza. Ha pubblicato tre raccolte di poesia, tra le quale una bilingue insieme ad Antonio Padula, quattro romanzi e un saggio. Collabora con la rivista online dixkon.se presentando letteratura italiana.